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Dai soci : In ricordo di un amico
Inviato da e.scagliotti il 11/09/09 (2369 letture)
Dai soci

In ricordo di un amico - Stefano Raimondo-

Eravamo in tanti la sera al Santo Rosario e martedì mattina 1° settembre al funerale per salutarti ed accompagnarti al tuo ultimo viaggio al cimitero di Rivera.
Tanta gente commossa , con le lacrime agli occhi ,come dimostrazione di affetto e di stima, per renderti omaggio verso tutto quello che hai fatto e saputo dare nel percorso di questa vita terrena.
Belle e toccanti le parole di don Ettore Giorda nell’omelia funebre,dove ricordava la tua devozione alla Madonna del Rocciamelone dove salisti per ben 80 volte, alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano che riporta il tuo stesso nome ,alle diverse cappelle ubicate sul territorio del comune,alla tua devozione verso San Francesco di Assisi dove spesso ti recavi in pellegrinaggio,alle varie bellezze del tuo paese natio del quale ne eri profondamente innamorato e dove hai trascorso tutti gli anni della tua vita:Rivera.
Lo stesso Sindaco, Bruno Gonella ricordava la tua partecipazione attiva alla vita politico sociale del comune dove avevi rivestito la carica di primo cittadino per diverse legislature,ed anche quando ti eri ritirato dalla vita pubblica la tua voce, il tuo spirito critico-costruttivo ,la tua mano tesa , erano sempre disponibili e finalizzati a dare un suggerimento/aiuto positivo verso la comunità.
Il sindaco ricordava inoltre, il tuo grande amore per la montagna, da quando durante il ritorno da una gita di sci alpinismo ebbe l’occasione di conoscerti e parlando di gite ed escursioni con te ebbe modo di scoprire quanto grande fosse il tuo amore per la montagna in tutti i suoi aspetti.
Infatti tu, dedicasti anima e corpo alla montagna in ogni stagione e fosti promotore e fondatore di quello che divenne il Club Alpino Italiano sezione di Almese.
L’altra mattina mentre salivo a Rocca Sella,montagna a te cara, dove parecchie volte ti avevo incontrato nel percorrere i diversi sentieri che portano in vetta , sentivo che non ero solo,sapevo che tu eri al mio fianco nella salita e così che passo dopo passo mi ritornavano in mente
di cosa fosse per te il CAI, dei bei momenti trascorsi insieme nelle gite e delle piacevoli chiacchierate fatte in sede.
Sapevo e te ne siamo grati che l’idea di fondare una sede del CAI in Almese scaturì proprio da te che assieme ad altri amanti della montagna deste vita a questa associazione, prima come sottosezione di Alpignano nel 1975 e successivamente come sezione nel 1977.
Anche se non facevi parte dei vari consigli direttivi, ogni volta che venivi in sede,nelle gite o ti vedevo in giro per il paese dopo aver parlato del più e del meno la domanda d’obbligo era “come va il CAI ,ci sono novità,tutto bene”? Ed è qui che il tuo spirito critico e propositivo usciva fuori,con suggerimenti e proposte dove vedeva qualcosa che non gli piaceva.
Tu abbracciasti in toto tutto quello che la montagna offriva:dalle semplici gite a carattere escursionistico a quelle più impegnative, sia su roccia che su ghiaccio ,alle gite di sci su pista e di sci alpinismo, al corso di alpinismo presso la sezione CAI Almese ed alla festa di chiusura delle attività sociali a Celle dove immancabilmente offrivi l’aperitivo a tutti i partecipanti.
Mi ricordo che eri sempre uno dei primi a raggiungere la meta delle a gite ,questo dovuto anche alla tua prestanza fisica.
Immancabilmente dal tuo zaino appariva un contenitore con l’insalata di carne cruda e con altruismo ne offrivi a tutta la comitiva,mentre alcuni di noi, già in parte influenzati dai nuovi ritrovati in fatto di alimentazione in voga a quei tempi non ne apprezzavamo la bontà.
In piemontese ci dicevi “gioventu’ d’l mangim,i seve pa un ca le bon”. E con questa frase storica ci zittivi tutti.
Molte sono le gite che hai fatto ,ma in particolare ricordavi volentieri: la est del Viso,il Grand Cordonnier,il Rocciamelone,la traversata dei Rochers Cornus, la Rognosa d’Etiache e la traversata delle vette sopra il lago del Moncenisio dal col du Lou alla punta del Lamet.
Purtroppo in questi ultimi due anni la tua salute pian piano incominciò venir meno e la tua partecipazione alle nostre attività sempre meno frequente.
Sempre però presente al rinnovo della tessera ed alla festa a Celle del CAI.
Quando venivo a trovarti insieme a Vincenzo (attuale presidente) e Vittorio venivamo accolti da tua moglie Anna che ci invitava a salire le scale in quanto tu eri seduto nel soggiorno dove ci accoglievi amorevolmente con gratitudine invitandoci a sedere.
Parlavamo del più e del meno toccando vari argomenti ,il tuo discorso era sempre brillante ,la tua mente sana con serafica lucidità ti portava a parlare di ogni cosa, ma alla fine prima di congedarci ci chiedevi “raccontatemi del Cai’’e noi ti illustravamo le attività in corso.
Titubante non osavo chiederti come andava la tua malattia ,eri tu stesso che mi dicevi con coraggio e serenità non comuni come ti sentivi ,le cure e le analisi che stavi facendo .
Consapevole che le forze ti stavano abbandonando avevi già predisposto tutto nei minimi particolari, al fine di non lasciare nulla di incompiuto.
Ora ,amico mio, che sono(siamo) arrivati in punta a Rocca Sella vorrei salutarti con le stesse parole che tu avevi dedicato all’amico Bruno Giorda (anche lui socio fondatore) quando purtroppo anni fa improvvisamente ci lasciò:

...“Caro Stefano,oggi sono arrivato a questa meta a te cara,ricordando le cime raggiunte insieme negli anni trascorsi. Ora che sei ‘arrivato avanti’ ti prego attrezza il sentiero alla vetta anche per noi che ti seguiremo”…

Ciao Stefano!

Marco Frigerio.

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